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Un nuovo museo per Pistoia
Grazie a Fondazione Caript riapre, dopo due secoli, la chiesa di San Salvatore
Una delle chiese più antiche di Pistoia, di cui si ha notizia sin dal X secolo, dopo due secoli di abbandono apre nuovamente le sue porte rivelando una storia inaspettata: è San Salvatore, che dal 24 settembre 2022 diventa sede espositiva – la quarta dopo Palazzo Buontalenti, Palazzo de’ Rossi e Antico Palazzo dei Vescovi – con cui Pistoia Musei porta a compimento il suo importante e impegnativo progetto di sistema museale nel cuore di Pistoia.
«Dopo un lungo lavoro di restauro finanziato da Fondazione Caript – dichiara Monica Preti, direttrice di Pistoia Musei – l’edificio si presenta interamente recuperato e pronto per iniziare una diversa fase della sua storia. Una storia che lo ha portato a cambiare la sua destinazione d’uso per essere di nuovo un luogo ‘vivo’ nel tessuto sociale della città, alla quale viene finalmente restituito come spazio culturale e museale. L’allestimento, concentrato in un unico grande spazio, riesce a coinvolgere il visitatore in un racconto che si dipana, attorno alle stratificazioni, alle opere, alle leggende e ai riti religiosi, per soste di esplorazione personale o vere e proprie narrazioni.»
Nel lontano 1784 il vescovo Scipione de’ Ricci scelse di sopprimere la parrocchia di San Salvatore, chiusa poi al culto nel 1807. Inizia così per la chiesa un declino arrestato solo grazie al recupero da parte di Fondazione Caript. D’intesa con la Chiesa Cattedrale di Pistoia, proprietaria dell’immobile, rinasce oggi come museo che propone un viaggio nella storia del nucleo più antico della città attraverso l’esposizione di opere finora conservate nei depositi dei Musei Civici – come l’anfora di proprietà del Comune di Pistoia datata fra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., gentilmente concessa in comodato d’uso, e altre di proprietà statale – oltre a nuove e inattese scoperte che accompagnano il pubblico attraverso incredibili narrazioni.
«L’investimento nel museo di San Salvatore – afferma Lorenzo Zogheri, presidente di Fondazione Caript – è una tappa rilevante di un percorso per noi molto impegnativo, intrapreso per preservare e valorizzare il patrimonio culturale e architettonico locale, in stretta collaborazione con le altre istituzioni cittadine. La sua realizzazione dota il circuito di Pistoia Musei della sua quarta sede: uno spazio che si integra nel ricco panorama delle bellezze storiche e artistiche racchiuso nel centro storico della città, raccontandone l’identità.»
Il minuzioso lavoro di restauro e gli scavi hanno portato alla luce i resti delle fasi più antiche della chiesa, hanno evidenziato preesistenze romane e altomedievali. È stata inoltre rintracciata parte della fossa di fondazione della prima cerchia muraria di epoca longobarda (VIII secolo d.C.).
Nuova luce viene fatta sulla fine di Catilina: secondo la leggenda il congiurato romano sconfitto sull’Appennino Pistoiese sarebbe stato sepolto ai piedi del tabernacolo della chiesa e, oggi, sono gli scavi archeologici a raccontarci cosa è stato trovato proprio nel punto che la credenza vuole.
Ma tra le scoperte più straordinarie va menzionata quella di un affresco incompleto, di cui lo storico dell’arte Giacomo Guazzini ha recentemente approfondito lo studio: il Compianto sul Cristo morto, databile alla fine del Duecento e attribuito alla cerchia di Lippo di Benivieni, importante pittore documentato a Firenze tra il 1296 e 1320. Figure commoventi, personaggi dai lineamenti incisivi e graffianti, espedienti illusionistici: intorno ai resti di questo affresco portato alla luce dal restauro, si sviluppa un racconto capace di sollecitare il visitatore all’esplorazione per immagini di uno dei temi più suggestivi nella pittura toscana dell’epoca.
Sotterrati come un tesoro, in un vaso di terracotta, sono stati trovati frammenti di tessuto e di spugna, monete, cenere e un piccolissimo dado di avorio. Solo grazie ad analisi sofisticate e alle fonti storiche, gli archeologi hanno potuto ricostruire una pratica che risale, con ogni probabilità, a un rito di riconsacrazione celebrato nel 1580.
«Chi varca la soglia guardi – commentano Claudio Rosati e Nicola Becagli, responsabili del progetto museologico e museografico – innanzi tutto l’architettura, il suo volume, le linee e la luce. Noti la configurazione insolita rispetto ad altre chiese romaniche a Pistoia e non solo: ha delle misure non comuni, tanto che appare più larga che lunga. Un’ipotesi vuole che l’estensione della chiesa sia quella posta dai limiti della prima cerchia delle mura urbane di cui nel lato sud si conservano alcune tracce. Ci auguriamo che ogni visitatore vi possa trovare un’atmosfera particolare, tale da essere definita con il bel concetto di ‘sentimento spazializzato’.»
Mettendo in relazione la storia dei nostri antenati con la curiosità e la sensibilità dei contemporanei, il percorso espositivo che San Salvatore offre al pubblico è un racconto che si sviluppa secondo livelli diversi di lettura ed è lo stesso visitatore a scegliere il grado di approfondimento: il museo, infatti, ricorre a linguaggi diversi – osservare, ascoltare, toccare – per ampliare le possibilità di fruizione.
Il foglio di sala – in italiano, inglese, francese, spagnolo e cinese – oltre a descrivere con dettagliate didascalie le opere musealizzate, accompagna il visitatore scandendo le varie tappe del percorso espositivo e invitandolo all’interazione; inoltre, è in via di realizzazione presso la Stamperia Braille della Regione Toscana un percorso in Braille per persone cieche e con disabilità visiva, che sarà presto disponibile all’interno del museo.
Una particolare attenzione è rivolta ai più piccoli, con lo scopo di sollecitare il loro sguardo curioso e avvicinarli al patrimonio culturale attraverso il gioco. Due delle attività presenti nel percorso prendono ispirazione da antichi giochi di età romana, che sfruttavano materiali molto semplici, come pezzi di legno e noci. Con alcune tessere di un mosaico, si potrà poi realizzare il proprio pavimento ispirato a quello della domus esposto nel museo.
Come le altre sedi di Pistoia Musei, anche il Museo di San Salvatore potrà aprire le sue porte alle scuole, su richiesta delle classi interessate, diventando un’aula per speciali incontri intorno alla storia di Pistoia e alle sue radici antiche.
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