I risultati del progetto di catalogazione elettronica La memoria del futuro, i cui risultati sono stati esposti all’Antico Palazzo dei Vescovi

Più di 6mila opere d’arte digitalizzate

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Più di 6mila opere d’arte digitalizzate

L’iniziativa del SIMUP, Sistema Museale Pistoiese, presentata all’Antico Palazzo dei Vescovi. Preti: «I nostri musei insieme per costruire l’identità digitale del patrimonio culturale»

I risultati del progetto di catalogazione elettronica La memoria del futuro, i cui risultati sono stati esposti all’Antico Palazzo dei Vescovi

La catalogazione grazie al bando di Fondazione Caript

Sono oltre 6mila le opere digitalizzate in cinque musei della provincia di Pistoia aderenti al SIMUP, il Sistema Museale Pistoiese. Questo grazie al progetto di catalogazione elettronica La memoria del futuro, i cui risultati sono stati esposti all’Antico Palazzo dei Vescovi. Durante la giornata di studi sono stati presentati in anteprima gli esiti dell’iniziativa realizzata nel biennio 2022-2023 anche grazie al bando Restauro di Fondazione Caript.

Il lavoro al Museo civico d’arte antica di Pistoia

A Pistoia l’attività di catalogazione e digitalizzazione ha riguardato il patrimonio storico-artistico del Museo civico d’arte antica con l’aggiornamento critico-bibliografico e il popolamento dei campi descrittivi delle schede catalografiche relative a 392 beni. Inoltre, per 38 opere tra le principali esposte nel museo, si è provveduto all’elaborazione di un testo di commento storico-critico, corredato da bibliografia selezionata, funzionale alla predisposizione di un sito web delle collezioni, prossimamente accessibile online. Le ricerche svolte nel corso del lavoro hanno infine permesso l’individuazione o il chiarimento di alcuni importanti aspetti relativi ai beni.

Le schede internazionali dell’Antico Palazzo dei Vescovi

Per il Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi sono state elaborate, in italiano e in inglese, circa 200 schede di catalogo dei reperti più significativi, corredate da fotografie e glossari, utili sia alla gestione interna che alla condivisione online. Per la definizione dei glossari e la valutazione della leggibilità dei testi è stata condotta un’attività di lettura partecipata che ha coinvolto un gruppo di “lettori-sperimentatori”. Questo lavoro integra la catalogazione che in questi ultimi anni ha già prodotto circa 6600 schede sintetiche dei beni conservati nell’area archeologica.

I disegni di Libero Andreotti

La Gipsoteca Libero Andreotti e il Museo Civico Palazzo Galeotti di Pescia hanno fotografato e digitalizzato opere grafiche per un totale complessivo di 1800 immagini, fra le quali disegni di Libero Andreotti e del fondo novecentesco di Palazzo Galeotti. Tutto il materiale è stato inoltre schedato con il modulo per l’inventariazione rilasciato dal Ministero dei Beni Culturali.

I 4mila documenti al Museo della carta di Pescia

Nel Museo della Carta di Pescia, invece, il progetto ha permesso di digitalizzare, per la fruizione da parte degli studiosi, 4mila documenti dell’Archivio Storico Magnani, che con i suoi 700 metri lineari di documentazione rappresenta uno dei maggiori archivi d’impresa in Italia. Con l’iniziativa il museo ha inoltre attivato collaborazioni con la Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura italiano e con un consorzio di enti e musei europei per la digitalizzazione dei documenti sulla piattaforma dell’Unione europea Europeana.eu.

L’importanza di costruire un’identità digitale

“La costruzione di una identità digitale dei patrimoni culturali – dichiara Monica Preti, coordinatrice del SIMUP – è uno dei capisaldi attorno ai quali i nostri musei hanno iniziato a lavorare insieme. Il progetto, iniziato nel 2022, prevede un investimento su quattro anni di circa 80mila euro, per metà finanziati dai musei stessi e per metà da Fondazione Caript, che anche per il biennio 2024-2025 ha confermato il suo sostegno. Conservare, tutelare e valorizzare i patrimoni dei musei attraverso l’uso degli strumenti digitali è uno dei principali obiettivi del SIMUP per garantire una maggiore fruizione e una più estesa conoscenza dei beni offrendo anche modalità nuove di collaborazione in grado di rafforzare la consapevolezza della memoria e dell’identità collettiva del territorio”.




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